Il progetto ‘Saltamuretto – Terre con altri occhi’ propone spettacoli costruiti grazie ai ricordi degli abitanti.

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Quando il teatro si fa mappa di comunità per lasciare alle nuove generazioni un patrimonio immateriale di memoria, saggezza e valori indelebili.

Nella primavera di quest’anno un gruppo di abitanti di alcuni Comuni bergamaschi (Albano Sant’Alessandro, Carpenedolo, Gargnano, Gorlago, Pedrengo, Scanzorosciate e Seriate) partecipa ad una serie di laboratori: raccoglie ricordi e storie dei propri paesi. Donne e uomini raccontano luoghi del cuore, mettono insieme aneddoti ed episodi che un tempo erano racchiusi nei libri di paese: storie intime, ma anche fatti che – chissà perché – sono rimasti impressi nella memoria. Come quella volta che quell’uomo, sfrattato da casa, si piazzò davanti al Municipio con tutti i mobili. E la gente dalla finestra si domandava cosa avrebbe fatto al primo acquazzone.

Di storie così, anche incredibili, ce ne sono a bizzeffe. Se ne sono state nascoste nella memoria delle persone, finché non sono state portate alla luce e sono diventate spettacoli teatrali. ‘Saltamuretto – Terre con altri occhi’, nato da un’idea di Federica Molteni e Enzo Mologni, è un progetto di Albanoarte Teatro, Teatro Prova, Luna e Gnac, Erbamil, Chronos3, realizzato anche con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

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Accanto ad attrici ed attori professionisti, in scena sale anche chi ha raccontato in prima persona personaggi tipici della vita del paese. Tutti gli spettacoli proposti sono itineranti, perché ci si muove in bicicletta per le vie e i vicoletti del paese che viene raccontato. È sempre prevista una replica dello spettacolo per tutti coloro che non possono muoversi così.

“Talvolta il pubblico pensa che il teatro sia qualcosa di impomatato. Con questo progetto, ha scoperto che c’è un teatro diverso, che ti dice: ‘Lascia qui la tua bici. Siediti su una panchina in piazzetta e ascolta una storia’. Cominciano a vedere il teatro con occhi diversi. Cominciano a vedere il paese con occhi diversi”, racconta Enzo Mologni, direttore artistico di ‘Saltamuretto’. “Se in un laboratorio teatrale sei persone raccontano di aver dato il loro primo bacio sotto quell’albero in quel parchetto del paese, non stiamo facendo un revival, ma trasmissione di memorie. Magari i più giovani tra il pubblico scopriranno che quell’albero è importante per quella comunità”.

Oggi gli organizzatori possono dire di aver contribuito a “sfondare il muro, a saltare il muretto. A volte, per nostro pudore un po’ bergamasco, non ti viene di andare oltre. Invece, dall’altra parte, magari qualcuno aspetta solo che tu lo vada a salutare. Al termine dei laboratori le persone mi ringraziavano per averle fatte uscire di casa”, continua Mologni.

Barriere invisibili superate che sono diventate legami di prossimità, occasione di conoscenza reciproca.

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“Da una rete di relazioni si sviluppa una comunità. Il progetto ‘Saltamuretto’ ha avuto la forza di far uscire memorie e ricordi dalle case. Le persone si sono incontrate dopo tanto tempo e hanno scoperto che un evento personale ha una risonanza collettiva ed è un collante che ci fa riconoscere gli uni negli altri. Da qui nasce il teatro che si fa coesione sociale ed esperienza dello stare insieme. Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, questo è uno dei lasciti che ci sta più a cuore: la cultura genera comunità”.

 

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

Per i prossimi eventi, è possibile consultare il calendario sul sito www.albanoarte.it. Sono in programma sia eventi per gli ultimi giorni di settembre che per il mese di ottobre, che vedrà protagonisti Gorlago, Pedrengo e Scanzorosciate.

La prenotazione è obbligatoria e non prevede alcun costo: www.albanoarte.it/prenotazioni.