Giovani protagonisti con il progetto ‘I CARE-generare insieme legami ed azioni di comunità’

Oratori, amministrazioni comunali e mondo della cooperazione insieme per amplificare le risorse dei territori della Val Cavallina – Il Presidente Ranica: “Un’occasione per dare nuova linfa alla voglia di partecipare di bambini e ragazzi”

unita-pastorale_convivenza-2

“Conta dare voce ai ragazzi, offrire loro uno spazio di racconto, anche secondo i loro canali, che sono molto veloci. Tenere a mente che talvolta si raccontano anche attraverso il fare, con l’espressione del corpo nel teatro e nella danza”. Antonella Boioni è responsabile di ‘I CARE-generare insieme legami ed azioni di comunità’ per la cooperativa Crisalide. Il progetto, avviato a settembre e in chiusura a fine agosto, è supportato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca.

L’iniziativa insiste su tre aree che avevano la necessità di potenziare le proposte dei rispettivi oratori – Cenate Sotto, Cenate Sopra e l’Unità Pastorale della Media Val Cavallina – e sul paese di Monasterolo, che non ha più un oratorio da circa tre anni, ma dove è stato attivato un Centro di aggregazione per adolescenti. L’UP della Media Val Cavallina comprende cinque parrocchie (con tre oratori), che collaborano alla proposta estiva per i giovani: Berzo San Fermo, Grone, Luzzana, Borgo di Terzo, Vigano San Martino

Perché gli oratori? “Da sempre sono uno degli attori più importanti nella rete delle collaborazioni della cooperativa Crisalide. Al di là della confessionalità, si tratta di riscoprire i luoghi che possono rappresentare una risorsa nei nostri piccoli territori”. E che hanno trovato la chiave del successo nel dialogo tra oratori, amministrazioni comunali e mondo della cooperazione: “I numeri dei partecipanti sono triplicati e negli oratori ci sono tutti: bambini e ragazzi della parrocchia e non”. A Cenate Sotto sono stati coinvolti una settantina di giovani tra i 14 e i 21 anni, una quarantina a Cenate Sopra, una ventina tra i 20 e i 30 anni nell’area dell’Unità Pastorale e 20 a Monasterolo.

Cosa fa per i giovani il progetto ‘I CARE’? “Non si limita all’intrattenimento, ma integra la loro educazione, la loro formazione personale e sociale, creando un ambiente inclusivo che promuove l’autonomia, la responsabilità e la partecipazione attiva”, continua Boioni.

Per i più piccoli è prevista l’apertura di spazi pomeridiani, con la presenza di un educatore, con laboratori e azioni di protagonismo nel territorio, “come la partecipazione a manifestazioni locali con iniziative pensate solo dai bambini. In casi limitati, si è anche assicurato un servizio di supporto per lo svolgimento dei compiti”. Ai giovani, invece, “sono state proposte occasioni di formazione e convivenze, serate di prevenzione, con musica e laboratori per imparare a preparare cocktail analcolici. Per fare capire alle ragazze e ai ragazzi che non hanno bisogno dello ‘sballo’ per divertirsi”. Anche qui, sono i numeri a parlare: “Trentacinque ragazzi dai 16 ai 20 anni hanno scelto di passare il sabato sera in oratorio. E qualcuno ha anche chiesto di poter dare il proprio contributo al progetto”.

cenate-sotto_laboratori-analcolici-1
ranica-1

La nostra provincia è costellata di piccoli paesi che, anche per la distanza dalla città, non sempre riescono ad offrire ai più giovani opportunità diverse di svago, formazione e impegno. La formula del progetto ‘I CARE’, che prevede la collaborazione tra ente pubblico, oratorio e mondo cooperativo, si candida ad essere un modello da replicare anche in altre realtà e dimostra che, anche nelle piccole comunità, è possibile dare nuova linfa alla voglia di partecipare di bambini e ragazzi.

 

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca:

Comincia a scrivere e premi Invio per cercare